
Gli altaroli portatili sono piccole mense mobili, utilizzate per celebrare la messa al di fuori dei luoghi di culto. Il loro uso è culturalmente legato alla Prima Crociata, a cui parteciparono i Normanni, e che portò alla fondazione degli Stati Latini d’Oriente, noti come Outremer: nell’arco di cinque secoli, il popolo dei Normanni, partendo dalle terre di origine affacciate sui mari del Nord, e arrivando fino alle pendici più meridionali del Mediterraneo e attraverso il Mar Baltico e l’Europa orientale, fino al Mar Nero, seppero diventare da semplici guerrieri, navigatori e nomadi tra culture diverse, potenti principi e mediatori culturali, signori della civiltà europea.
Nonostante uno stato di guerra quasi permanente, la produzione artistica in questi nuovi territori latini ha lasciato significative testimonianze e l’altarolo agrigentino è uno dei pochi esemplari presenti in Europa.
L’“Altarolo dei Crociati” realizzato in legno, ottone, smalti, champleves, argento, diaspro del tipo Hertfordshire Puddingstone, seta rossa, per la particolare tecnica di esecuzione, diversa rispetto alla produzione di oreficerie del laboratorio palatino normanno di Palermo, si allontana dai laboratori siciliani, orientandone la produzione nei grandi centri europei, rendendo il manufatto di rara pregevolezza.
Il legame dell’altarolo con l’origine migratoria dei normanni permette di mettere in prospettiva culturale il fenomeno dell’immigrazione e porre così l’attenzione sull’integrazione delle popolazioni migranti, che non solo cercano una terra e una solidità sociale ma sono anche apportatori di valori culturali come i migranti del passato.


