
All’interno del Museo Diocesano si conserva un piccolo flacone in cristallo di rocca, con applicazioni in argento che accoglie frammenti di resti corporei di san Gerlando, ricordato negli inventari storici settecenteschi come “il Reliquiario del dito di San Gerlando”. Il piccolo reliquiario consta di due elementi: un flacone in cristallo di rocca inciso, databile al X secolo, e un rivestimento in argento successivo, databile verosimilmente al XVI secolo.
Il cristallo di rocca costituisce l’elemento di maggiore curiosità, perché è una rara testimonianza di una categoria di manufatti medievali presenti in Sicilia e nei confini del Regno. Si tratta di oggetti di uso laico realizzati in quarzo incolore, originari dell’ Oceano Indiano che, trasportati e commercializzati verso le terre islamiche centrali, hanno attivato veri processi di fabbricazione industriale, trasferendo infine gli oggetti prodotti dal mondo islamico ai grandi Tesori ecclesiastici dell’Europa occidentale, assumendo una connotazione simbolico-cristiana.
La conservazione del cristallo di rocca è stata assicurata dal suo riuso e al cambiamento di destinazione d’uso rispetto alla funzione originaria, infatti esso è stato trasformato in età moderna in reliquario di San Gerlando. Il riuso del flacone in reliquiario dalla tipica forma rinascimentale a tempietto in argento, può essere avvenuto durante la nota ricognizione delle reliquie del 1598, fatta dal vescovo Giovanni Oroczo Covarruvias.
Un interessante studio sulle modalità di lavorazione del pregevole cristallo, compiute dal Centro di Ricerca Khalili dell’Università di Oxford, ha dedicato attente riflessioni sui cristalli di rocca siciliani, in particolare su quello di Agrigento, il quale presenta una decorazione di una versione semplificata di una mezza palmetta che permette di inquadrare l’oggetto in quella produzione industriale del cristallo di rocca del mondo islamico, diffusa tra il X e il XII secolo nel califfato fatimida.
Questi pregevoli manufatti permettono di percorre un lungo e fantastico viaggio, che va dal greggio cristallo presente nell’ Oceano Indiano, al suo commercio e trasporto verso le terre islamiche centrali, ai processi di fabbricazione e organizzazione dell’industria, al trasferimento di oggetti realizzati in cristallo dal mondo islamico, ai grandi tesori ecclesiastici dell’Europa occidentale, durante la Corte normanno-sveva.


