
Nell’urna di vetro si trova un corpo imbalsamato. Ufficialmente è San Felice Martire. Con questo nome, però, vi sono 15 martiri riconosciuti dalla Chiesa e non è dato sapere quale sia di essi.
Le inusuali vesti alimentano un’altra ipotesi. Un’antica tradizione vuole che sia Brandimarte, prode paladino di Carlo Magno. L’eroe mori lottando con Orlando e Oliviero contro tre cavalieri saraceni in un epico duello a Lampedusa. Per officiare le esequie, Orlando volle che il corpo fosse traslato ad Agrigento e sepolto in Cattedrale.
L’episodio è narrato da Ludovico Ariosto nei canti XII-XLIII dell’Orlando Furioso.
BRANDIMARTE
Siamo in tempo di crociate e le continue battaglie tra cristiani e musulmani sono oggetto non solo degli storici ma anche di romanzieri e autori di vario genere e Lampedusa, a metà tra questi due mondi, è contesa per la sua posizione strategica. É qui che infatti Ludovico Ariosto decide di ambientare uno dei momenti più importanti del suo Orlando Furioso, lo scontro tra i saraceni Agramante, Sobrino e Gradasso e i cristiani Orlando, Brandimarte e Oliviero dando vita ad un lungo e sanguinoso combattimento corpo a corpo nel quale solo l’Orlando ne uscirà immune.
Il conte si risente, e gli occhi gira,
et ha il suo Brandimarte in terra scorto;
e sopra in atto il Serican gli mira,
che ben conoscer può che glie l’ha morto.
Non so se in lui poté piú il duolo o l’ira;
ma da piangere il tempo avea sí corto,
che restò il duolo, e l’ira usci piú in fretta.
Orlando furioso, canto XLI
Finzione o cronaca, rimane il fatto che a Lampedusa si trova-no tutt’ora nel nome di alcuni luoghi (Cavallo Bianco, Aria Rossa) le tracce di questo scontro epico. Quando l’Ariosto descrisse questi eventi, l’isola era stata da poco donata dal re Alfonso V D’Aragona, detto il magnanimo, al barone di Montechiaro Giovanni de Caro in cambio dei servigi resi da quest’ultimo durante le guerre combattute in nord Africa.




