La Cattedrale
HIGHLIGHT
Una delle più antiche Cattedrali in Sicilia, edificata tra il 1093 e il 1099 d.C. Composita e articolata è frutto di rifacimenti, restauri e ampliamenti che si sono susseguiti nei suoi quasi mille anni di storia.
La Cattedrale di San Gerlando, uno dei luoghi di culto più antichi e rappresentativi della Sicilia, fu edificata tra il 1093 e il 1099 d.C. su un’area che, secondo alcune ipotesi, ospitava un tempio pagano. Voluta dal vescovo normanno San Gerlando, la struttura ha attraversato secoli di trasformazioni, subendo ampliamenti e restauri che ne hanno arricchito l’architettura e l’arte sacra. Il suo stile mescola elementi romanici, gotici e barocchi, con modifiche che nel corso del tempo hanno contribuito a modellare l’aspetto attuale della Cattedrale, rendendola un vero palinsesto di epoche e culture diverse.
Entrando, lo sguardo è catturato dal magnifico soffitto ligneo del XVI secolo, una straordinaria opera d’arte decorata con intagli dorati e motivi rinascimentali, che domina la navata centrale. Le pareti sono impreziosite da affreschi e dipinti di epoche diverse, mentre il grande organo storico e il coro ligneo testimoniano la lunga tradizione musicale della Cattedrale. La visita consente di accedere alla sala dei Sarcofagi, dove sono custoditi il sarcofago di Ippolito e Fedra, oltre ad altri tre sarcofagi risalenti al V sec. a.C. e al III sec. d.C., preziosi reperti che raccontano la stratificazione storica e culturale di Agrigento.
La Cattedrale è anche custode di affascinanti elementi architettonici e misteri irrisolti. Salendo sulla torre dell’orologio (XII secolo) si può godere di una vista unica sulla città e sul mare, un tempo strategico punto di avvistamento della prima Cattedrale. Poco distante si erge la torre campanaria (XV secolo), che ospita un enigmatico cimelio: la Lettera del Diavolo. Questo antico documento, scritto in una lingua indecifrabile, è avvolto da un’aura di leggenda e mistero, alimentando storie e curiosità tra studiosi e visitatori.
Oltre al suo straordinario patrimonio artistico e architettonico, la Cattedrale di San Gerlando è il cuore della vita religiosa agrigentina. Al suo interno sono custodite importanti reliquie e tesori sacri, tra cui l’urna reliquiaria di San Gerlando, realizzato in argento. Ogni anno, la festa patronale richiama fedeli da tutta la Sicilia, confermando il legame profondo tra la Cattedrale e la comunità.
Dall’interno della Cattedrale è possibile accedere alle due torri, di epoca e in stile differente, che ci raccontano due momenti della storia della basilica.
La torre dell’orologio nasce nel XII secolo come luogo di avvistamento di epoca normanna: la prima Cattedrale costruita da Ruggero e consacrata da Gerlando nasce come ecclesia munita, ovvero chiesa fortificata, dotata di imponenti mura e di torri difensive; essa era luogo rappresentativo del potere temporale e spirituale, concentrati nella figura del Vescovo – Conte. La stessa struttura della torre suggerisce questa funzione grazie alle numerose feritoie presenti sulle pareti e alla sua posizione preminente: essa è infatti il punto più alto da cui è possibile affacciarsi sulla città. Nel XVI secolo la torre viene dotata del suo primo orologio (visibile dall’esterno); dall’interno è invece possibile vedere l’ingranaggio (quello attuale del XIX secolo) e i pesi che servivano al suo funzionamento.
La torre campanaria viene costruita del XV secolo dal canonico Montaperto: ricoperta all’esterno da pietra bianca di Comiso, presenta quattro ordini sovrapposti caratterizzati da finestre cieche recanti lo stemma gentilizio dei Montaperto al primo e secondo livello, nel terzo ordine si trova una finestra con arco a sesto acuto con balcone; chiudono due alte monofore corrispondenti alla cella campanaria. La torre ospita la Sala Tomasi dove è custodita la Lettera del Diavolo e permette di accedere al rosone per ammirare il soffitto ligneo del XVI secolo.
La Cattedrale di San Gerlando ospita una collezione di sarcofagi greci e romani risalenti al V secolo a.C. e III d.C.
I primi hanno forma a cassetta, hanno linee regolari ed eleganti, appartengono alla fase arcaica dell’arte greca; essi ci appaiono completamente bianchi, ma presentano delle tracce di colore che suggeriscono delle decorazioni sui quattro lati e sul coperchio: sarcofagi di questo tipo erano infatti solitamente dipinti con delle scene che raccontavano episodi sulla vita del defunto. Il marmo per la loro realizzazione è stato importato dall’isola greca di Paros.
Gli altri due sarcofagi sono invece collocati temporalmente nel III secolo d.C., appartengono dunque alla fase ellenistico-romana. Entrambi sprovvisti di coperchio, i due sarcofagi presentano sui lati decorazioni a basso e ad alto rilievo.
Il più piccolo dei due sarcofagi è un sarcofago a parete, scolpito solo su tre lati, e presenta delle decorazioni classiche per i sarcofagi di questo periodo; al centro è raffigurata l’effigie del defunto e sotto essa due donne che realizzano delle corone funebri (per questo il sarcofago è detto delle donne coronarie).
Il più grande dei sarcofagi racconta scolpito sui suoi quattro lati il mito greco di Ippolito e Fedra, riconosciuto da Goethe del suo viaggio a Girgenti e raccontato nel suo diario.
LE CURIOSITà DA VISITARE
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