Il Museo
HIGHLIGHT
Allestito all’interno dell’originario Palazzo Vescovile, consente di tracciare il percorso storico-artistico di mille anni della Diocesi agrigentina, dal X al XIX secolo.
Allestito all’interno dell’originario Palazzo Vescovile, consente di tracciare il percorso storico-artistico di mille anni della Diocesi agrigentina, dal X al XIX secolo, rappresentando il naturale completamento del percorso di visita in Cattedrale.
Fra i suoi tesori più preziosi: due tele della scuola di Guido Reni, un altarolo portatile di epoca normanna e un reliquiario in cristallo di rocca contenente il dito di San Gerlando.
Il MUDIA – Museo Diocesano di Agrigento è situato nel cuore del centro storico di Agrigento, all’interno del Palazzo Arcivescovile, un edificio storico ampliato nella seconda metà del XVIII secolo. Questo museo rappresenta una tappa fondamentale per chi desidera approfondire la storia e l’arte sacra della diocesi agrigentina.
Il MUDIA offre un percorso espositivo che abbraccia secoli di arte e fede, con una collezione che spazia da opere pittoriche a sculture, paramenti liturgici e manufatti di grande valore storico e religioso. Le sale espositive sono state concepite per valorizzare al meglio ogni pezzo, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Oltre alla sede principale di Agrigento, il MUDIA si estende in un museo diffuso con poli espositivi in altre località della diocesi, come Aragona e Sambuca di Sicilia. Questa rete museale permette di custodire e valorizzare il patrimonio ecclesiastico senza allontanarlo dal contesto territoriale e comunitario per cui è stato creato, mantenendo vivo il legame tra le opere e le comunità locali.
La visita al MUDIA rappresenta un viaggio attraverso la spiritualità e la cultura siciliana, offrendo uno sguardo approfondito sulla ricchezza del patrimonio artistico e religioso della regione.
All’interno del Mudia di Agrigento si possono trovare tesori unici, tutti da scoprire.
Il Museo Diocesano di Agrigento ospita due pregevoli tele attribuite alla scuola di Guido Reni, maestro del classicismo emiliano del XVII secolo. Le opere sono impreziosite da cornici toscane del XVIII secolo, realizzate in tartaruga e madreperla, che ne esaltano l’eleganza e la raffinatezza.
All’interno del Museo Diocesano di Agrigento è conservato un piccolo flacone in cristallo di rocca, risalente al X secolo, trasformato in età moderna in un reliquiario contenente frammenti corporei di San Gerlando. Questo manufatto, arricchito nel XVI secolo da un rivestimento in argento, è una rara testimonianza dell’arte del cristallo di rocca, diffusa nel mondo islamico tra il X e il XII secolo. La sua storia affascinante attraversa secoli e continenti, dal commercio dell’Oceano Indiano fino alla sua collocazione nei tesori ecclesiastici dell’Europa occidentale.
Il Museo Diocesano custodisce al suo interno un piccolo giardino, luogo intimo e nascosto, legato al vescovo Andrea Lucchesi Palli (1755-1968)
Il Museo Diocesano custodisce al suo interno un piccolo giardino, luogo intimo e nascosto, legato al vescovo Andrea Lucchesi Palli (1755-1968) che per portare a compimento il suo progetto di ampliamento del Palazzo, riceve dalla Duchessa di Castrofilippo l’area denominata Giardinello del Castello, attigua al Palazzo, delimitato a settentrione dai ruderi del castello e dalla chiesa dell’ltria.
Il vescovo assegnerà a uso perpetuo ai Padri Redentoristi il giardino, con la condizione di coltivarlo e dividerne i frutti. Esso viene arricchito con piante di agrumi provenienti da Mazzarà Sant’Andrea, cittadina del messinese, celebrata dallo scrittore siciliano Vincenzo Consolo come grembo nutrice, madre di ogni pianta d’agrume, limone o arancio, cedro o lumia, bergamotto, mandarino o chinotto che si trovi in questa terra di Sicilia e oltre. Si aggiunsero anche alberi di fico, di nespoli, di pere ed ulivi che ancora oggi caratterizzano il piccolo ma suggestivo spazio verde.
Nel 1839, con l’avvio della edificazione della chiesa di Sant’Alfonso, il giardino assumerà l’aspetto quadrangolare che oggi conosciamo, circoscritto da un muro di cinta e sugli altri tre lati dagli edifici dell’Episcopio, della Lucchesiana e della sacrestia della suddetta chiesa.
I giardini storici urbani, privati e pubblici, cosi come i monumenti architettonici ed artistici, appartengono al Patrimonio culturale di un territorio. Questi spazi verdi, con i loro alberi, dalle diverse forme e frutti, nel corso delle stagioni di gemmazione, fioritura, rinverdimento, maturazione, raccolta e riposo, sono capaci di comunicare il principio della crescita, del divenire, il ciclo della vita e della morte.
Il Giardino offre la possibilità di affitto per eventi esclusivi dedicati alla cultura e non. Contattaci e raccontaci cosa ti piacerebbe realizzare in questo spazio, saremo lieti di trovare la soluzione perfetta per il tuo evento privato.
LE CURIOSITà DA VISITARE
Il più piccolo dei due sarcofagi è un sarcofago a parete, scolpito solo su tre lati, e presenta delle decorazioni classiche per i sarcofagi di questo periodo; al centro è raffigurata l’effigie del defunto e sotto essa due donne che realizzano delle corone funebri (per questo il sarcofago è detto delle donne coronarie).
Il più grande dei sarcofagi racconta scolpito sui suoi quattro lati il mito greco di Ippolito e Fedra, riconosciuto da Goethe del suo viaggio a Girgenti e raccontato nel suo diario.
Viking Ship Museum in Oslo, the Norwegian Museum of Cultural History, and the Contemporary Art museums in Oslo and Bergen. Explore local boutiques and galleries for unique Scandinavian crafts and designs.
Tantissime opzioni disponibili per soddisfare i più ed i meno curiosi. Scoprile tutte ed acquista il biglietto che fa più per te.
Via Pona, 51
92100 Agrigento
P.IVA IT02853150841
Codice Univoco W7YVJK9
anthossnc@pec.it